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Cosa significano termini come "randomizzato", "controllato", "doppio cieco" o "effetto placebo" e qual è il loro significato per la ricerca clinica?

Gli studi clinici randomizzati, controllati e in doppio cieco forniscono risultati scientifici di qualità e significato particolarmente elevati. Un principio attivo viene sistematicamente confrontato con una terapia di controllo per scoprire se il principio attivo produce effettivamente un effetto sulla salute dei partecipanti allo studio o se altri fattori sono responsabili di eventuali cambiamenti nello stato di salute. Uno di questi fattori è l'"effetto placebo", che si verifica quando la semplice convinzione di aver ricevuto un medicamento efficace comporta un notevole miglioramento delle condizioni di salute, anche se in esso non è contenuto alcun principio attivo. Al fine di minimizzare queste e altre distorsioni, gli studi vengono condotti in doppio cieco, in modo che né i medici curanti né i partecipanti sappiano chi sta ricevendo quale dei principi attivi impiegati nello studio. Allo stesso modo, i partecipanti vengono assegnati in modo casuale (“randomizzato”) al gruppo di testo o di controllo.

Nel contesto degli studi clinici, i concetti utilizzati sono "studi (di intervento) randomizzati, controllati e in doppio cieco". Questo formato di studio è considerato il "gold standard" per gli studi clinici, in quanto è il più adatto a ridurre alcuni bias metodologici che potrebbero ridurre la validità scientifica dei risultati [1].

"Controllato" significa che l'efficacia di una terapia medica in esame viene confrontata con l'efficacia di una terapia di controllo. Questa terapia di controllo può consistere in una terapia standard usata abitualmente nella pratica medica. Se non esiste una tale terapia standard, si impiegano le cosiddette terapie "placebo". Si tratta di trattamenti fittizi, come compresse che assomigliano al vero medicamento ma non contengono alcun principio attivo. Dopodiché, il gruppo di trattamento che riceve il medicamento in studio viene confrontato con il gruppo di controllo per separare meglio l'effetto dell'intervento medico in esame da altri motivi di cambiamento dello stato di salute (ad es. le guarigioni spontanee). I gruppi di controllo sono anche necessari per distinguere l’efficacia di una terapia dal cosiddetto "effetto placebo". L'effetto placebo si verifica quando la semplice consapevolezza di assumere un medicamento comporta un miglioramento dello stato di salute, anche se la medicina non contiene alcun principio attivo.

L'assegnazione dei partecipanti ai gruppi sperimentali deve essere "randomizzata", cioè puramente casuale. "Casuale" significa che l'assegnazione è indipendente dalle caratteristiche o dalle preferenze dei partecipanti o dei ricercatori ed è determinata esclusivamente da una distribuzione di probabilità univocamente determinabile dal punto di vista matematico. L'assegnazione casuale dei partecipanti si presenta per contrastare i bias metodologici. Ad esempio, un medico dello studio potrebbe somministrare in via preferenziale ai pazienti con un grave decorso della malattia quella terapia che lui o crede possa apportare loro il maggior beneficio possibile. Ciò comprometterebbe però fortemente la composizione dei gruppi sperimentali e porterebbe a una composizione per cui uno dei gruppi sperimentali sia composto da pazienti con minori prospettive di guarigione complessiva. L'effetto del trattamento non potrebbe più essere stimato in modo affidabile, chiedendosi se i risultati misurati siano dovuti alla terapia o all'assegnazione compromessa dei pazienti.

Anche se l'assegnazione dei partecipanti ai gruppi sperimentali è casuale, la conoscenza dell'assegnazione può falsare i risultati sperimentali. Ciò si verifica, ad esempio, quando i ricercatori curanti o i partecipanti allo studio si comportano diversamente una volta che sanno quale terapia stanno ricevendo. Per questo motivo, gli studi clinici vengono spesso condotti "in doppio cieco", per cui né i partecipanti alla sperimentazione né gli sperimentatori scientifici e medici coinvolti sono informati della terapia somministrata ai singoli soggetti partecipanti.

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Questo è un contributo al dossier "La ricerca sull'essere umano (FAQ)".

Clicchi qui per la panoramica del dossier.

Riferimenti

[1]

Vedi anche Peter Kleist (2006). Randomisiert. Kontrolliert. Doppelblind. Warum? Swiss Medical Forum. https://swissethics.ch/assets/...

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About the Author

Jonas Füglistaler ha completato il suo Master in biotecnologia al Politecninco di Zurigo. Da allora lavora nello sviluppo di farmaci. È particolarmente interessato alle nuove scoperte di varie discipline scientifiche che contribuiscono al progresso della medicina.

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Servan Grüninger è co-fondatore e presidente di Reatch. Ha iniziato i suoi studi con scienze politiche e diritto e si è laureato in biostatistica e scienze computazionali. Attualmente sta facendo un dottorato in biostatistica all'Istituto di matematica dell'Università di Zurigo. Ulteriori informazioni: www.servangrueninger.ch.

Der vorliegende Beitrag gibt die persönliche Meinung der Autor*innen wieder und entspricht nicht zwingend derjenigen von Reatch oder seiner Mitglieder.

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